Nel Nome di Maria Rosaria

Nel Nome di Maria Rosaria

In Alto i Cuori!

Cari Lettori,

Quella che vi stiamo per raccontare è una storia vera. E’ la storia di Maria Rosaria, forse è la storia di molti di Voi, è la Nostra Storia.

Maria Rosaria Maglione nasce a Casoria nel lontano Marzo del 1947, nell' antica casa di famiglia. Casoria, la stessa terra che diede Nobili Natali a Sua Em.za il Cardinal Luigi Maglione, Segretario di Stato Vaticano durante il Pontificato di PIO XII e Prozio della nostra Maria Rosaria. Ultima di quattro fratelli, figlia di Papà Nicola magistrato e Virginia Giordano insegnante, cresce in un ambiente intellettualmente stimolante e riceve un’educazione rigorosa. La piccola Maria Rosaria cresce e dopo aver conseguito la maturità classica, al Liceo Umberto I di Napoli, si iscrive alla Facoltà di Lettere. Si laurea con il massimo dei voti ed è così che ha inizio la sua brillante carriera di insegnante.

Nonostante la rigorosa educazione ricevuta, in lei brilla da sempre una limpida semplicità. La dolcezza straordinaria, la purezza di cuore che la contraddistinguono, si associano magnificamente ad una profonda onestà d’animo e ad un forte senso dell’onore che insieme, costituiranno il mix perfetto per fare di lei una grande donna e soprattutto una madre meravigliosa. Nel 1978, ormai Donna, trova l’amore e dal matrimonio con Massimo de Bellis vengono al mondo Alberto e Federica. L’orologio della vita va avanti, corrono veloci le lancette e Maria Rosaria, raggiante nella sua semplicità, si gode in prima fila il meraviglioso spettacolo della vita. Purtroppo però, quando tutto sembrava essere perfetto, quando ormai non hai più nulla da chiedere, ecco che qualcosa cambierà la sua vita per sempre.

Correva l’anno 2000, quando un maledetto destino la pugnala alle spalle come il più vile dei traditori. Inizia col dimenticare numeri di telefono a lei da sempre familiari, perde in continuazione le chiavi di casa, trova difficoltà a guidare la macchina. Insomma, senza andare per le lunghe, Maria Rosaria scopre di essere affetta da una malattia degenerativa del Sistema Nervoso Centrale, una Sindrome Fronto-Temporale. La sua vita a questo punto cambierà per sempre e di riflesso anche la nostra.

All’epoca poco più che ventenne, ero ancora un giovane studente in medicina, spensierato e combina guai. L’improvvisa tempesta di dolore che si era abbattuta su Maria Rosaria intanto procedeva, procedeva inesorabile come un fiume in piena.

Queste patologie, che tratteremo nel dettaglio in una sezione dedicata, sono la conseguenza di una morte neuronale precoce. In pratica si tratta di una vera e propria strage di massa, lenta e graduale. Milioni di neuroni e di rispettive sinapsi si spengono pian piano.

La conseguenza di tutto ciò è di facile intuizione. Assisteremo ad un declino lento e graduale delle infinite funzioni cerebrali. Nel tempo questi pazienti diventano dei veri e propri “bambini”. La malattia progredendo, renderà sempre più difficile le normali azioni quotidiane. Mangiare, vestirsi, lavare i denti sarà per questi pazienti un problema serio. Dipenderanno da noi, come un bimbo dalla mamma. Il vero dramma è che sono condannati a diventare dei bambini prigionieri di un tempo che fu. Di un passato che scalpita e con una irrefrenabile voglia di fare, di dire ma tutto ciò non Gli è concesso. E allora un caleidoscopico insieme di suoni, gesti, lacrime, smorfie, diventeranno il Loro speciale modo di comunicare. Nel silenzio però, quegli occhi di “bimbo” ti sanno dire molto di più di tante inutili parole.

A vent’anni anni quindi, sono diventato genitore di quella “bambina” che in una fredda mattina di Gennaio mi diede la vita. A tutto questo si aggiungeva il dolore di mio padre e la terribile sofferenza di mia sorella Federica, all’epoca poco più che adolescente. L’angoscia e la paura di come sarebbe stato il futuro erano e restano spine nel cuore.

Fortuna volle di appartenere ad una classe sociale abbiente e ancor di più di avere un padre neurochirurgo. Il problema è che hai vent’anni e un così forte cambiamento ti logora dentro. Quante rinunce, milioni di “no ragazzi, non posso scendere...non posso venire...ci sentiamo” e intanto hai vent’anni e quella voglia di vivere e di divertirti ti spacca il cuore.

Insomma, un violento tornado di dolore ha sconvolto la nostra vita. Ricordo come se fosse ieri che mentre mi preparavo a sostenere i miei infiniti esami universitari, ripetevo continuamente al mio caro amico e compagno di studi storico Giuseppe le mie perplessità riguardo uno strano dolore in regione precordiale che mi preoccupava in quel tempo.

Un dolore sordo e trafittivo che non dava tregua, come un pugnale conficcato nel cuore.

Furono prese in considerazioni le più allucinanti quanto mai rare patologie cardiotoraciche, fino a quando chiarezza fu fatta. Quel dolore, era si la conseguenza di un pugnale ma di un pugnale immaginario, la malattia di mia madre. Quel maledetto destino colpendo mia madre aveva colpito anche me, pugnalandomi al cuore. Vi posso assicurare che sentire il tuo cuore impazzire di dolore giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto fa male. Ma poi arriva il momento in cui ti devi rialzare e cominciare a combattere. Sono questi i momenti in cui è imperativo categorico armarsi di Forza, Anima e Coraggio. Guai ad arrendersi! Devi combattere per te ma soprattutto per Loro che soffrono. Devi lottare, devi sorridere, non devi mai spegnere la luce su quello che mi piace chiamare il comodino della speranza.

Inutile piangere, come inutile sarà cercare una spiegazione a tutto questo con l’ausilio della ragione. L’estenuante carosello di domande che ti porrai non risolveranno il problema e tu, confuso, correrai solo il rischio di incorrere in quella che io considero la “Sindrome del Mega Punto Interrogativo”. Devi ascoltare il tuo cuore, io l’ho fatto.

Devi lanciarti in caduta libera nei meandri della tua anima e vedrai che nel silenzio, al battito del tuo cuore, si accompagnerà il dolce fruscio di un vento magico. È il vento della speranza e solo allora capirai le mie parole. Questa triste, quanto drammatica esperienza, mi ha dato la possibilità di capire chi si nasconde realmente dentro di me. Mi sono rialzato e ho deciso di trasformare il mio dolore in una forza ed è per questo che ho voluto fortemente credere nella realizzazione di questo progetto.

Posso dire oggi di essere riuscito a realizzare un mio Grande Sogno, forse il più grande che vive nel cassetto della mia anima.

Questa Fondazione nasce dal desiderio di voler studiare e curare questo tipo di patologie ancora in parte sconosciute. Altresì, si impegnerà ad offrire una assistenza sanitaria a tutti, con particolare riferimento alle classi sociali meno abbienti. La salute è di TUTTI: Ricchi, meno ricchi e poveri.

La strada che abbiamo voluto intraprendere è lunga e impervia ma sono queste le guerre che vale la pena di combattere. Credo sia questa la vera Nobiltà, guerreggiare e vincere per una giusta causa, per i più deboli. La Nostalgia di un Tempo che fu, il voler credere ancora in Grandi Ideali, ha acceso i cuori di fulgido ardore. Non importa quanto tempo questa guerra durerà, non importa quanti sacrifici ci costerà. Il desiderio di poter regalare anche un semplice sorriso a Chi Soffre, ci basta. L’importante è non smettere mai di credere in qualcosa di Grande.

Oggi Maria Rosaria nonostante tutto, per fortuna e per grazia di Dio riesce ancora a regalarci il suo dolce sorriso. La malattia è andata avanti, con tutti i suoi problemi, ma quando ti guarda o sente la tua voce nei suoi occhi brilla ancora quella luce gaietta e quel suo dolce sorriso è oro per la nostra anima.

I pazienti affetti da questo tipo di patologie sono tanti, troppi, ma purtroppo ancora oggi non esiste una valida terapia. In ogni caso sono convinto che non esisterà mai miglior medicamento che l’amore ricevuto dalle persone care. Un sorriso, anche un semplice sorriso può fare molto di più. Una carezza, una dolce compagnia o anche il solo dormirci core a core per Loro è già tanto. Ma chi tutto questo non ce l’ha? Chi è solo? Chi versa in condizioni economiche disastrose?

E allora: NON DIMENTICHIAMOLI!

Adesso capirete perché ho cominciato questa Storia gridando In Alto i Cuori!

Perché è con il cuore che ho voluto dar vita a questa Fondazione no profit.

Tutto questo e molto di più sarà la

“MARIA ROSARIA MAGLIONE FOUNDATION”e così sia!

Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me. La mia Famiglia, i miei Amici di Sempre Riccardo Sersale e Ugo Naddeo, senza Tutti Loro non avrei potuto dar vita a questo grande progetto.

Era tempo ormai che ripetevo in continuazione sempre la stessa cosa: la Fondazione!

Il mio desiderio è diventato il Loro desiderio e assaporando il gusto della speranza abbiamo cominciato a correre insieme. Ringrazio vivamente Nascar Srl per la realizzazione di questo splendido sito.

Grazie, grazie a Tutti, infinitamente grazie.

Nei miei occhi, colmi di scintillanti lacrime, traspare grande felicità e nel cuore tuona potente il Ruggito dell’Onore!

Vi saluto così, con le parole che Maria Rosaria mi diceva sempre da piccolo nei momenti di difficoltà: “FORZA, ANIMA e CORAGGIO!”

Ed è così che ha inizio il Nostro Lungo Viaggio.....

Dedicato a mia Madre e a Tutti Coloro che soffrono come lei

Tanto Vi dovevo

Alberto de Bellis

Il Presidente